Il falegname e il bambino, una scena di vita quotidiana, apparentemente semplice. Un uomo che lavora il legno e un bambino che illumina la stanza con una candela, un momento di lavoro come tanti, se non fosse che i soggetti ritratti da Georges de La Tour sono San Giuseppe e Gesù.
Nelle Natività Giuseppe è spesso relegato in un angolo, in ombra, poco più di una comparsa, in questa tela è invece protagonista. Chino, nel lavoro e davanti al bambino che non ha concepito ma che anche a lui deve la vita. Giuseppe, il falegname, dipinto con lo sguardo lontano e gli occhi lucidi, nel silenzio. Giuseppe, l’uomo, colui che protegge, difende e ama la divinità. Che ama Maria.
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La ama di fronte a Dio e di fronte agli uomini, la ama di fronte alla legge che infrange, di fronte alle donne che lo deridono. La ama di quell’amore che sfiora, accarezza e illumina, per sempre.
“Iosef era serio ma il suo corpo sorrideva per lui. Mi strinse la mano sotto la tenda stesa del baldacchino sbattuto dal vento. La sua mano aspettata che mi aveva protetto, non mi aveva accusato, non aveva sollevato la prima pietra che spetta al marito dell’adultera, la sua mano ispessita di lavoro e di schegge: tremava intorno alla mia che riposava finalmente chiusa dentro la sua.”
Erri De Luca, In nome della madre
San Giuseppe falegname
Georges de La Tour, 1640-1642
Olio su tela
Louvre, Parigi