No, Vasco non mi piace. Non andrò al concerto né mi commuoverò davanti ai pixel sgranati di un maxi schermo (cioè, io domenica ero a Firenze a vedere i System of a Down, per dire). Oddio, qualche canzone mi piace, ma non ho mai comprato un suo CD, né piratato tracce mp3. Niente, io ascolto altro. Poi vabbè, in questi giorni, tutti ne parlano, si sentono canzoni sue ovunque e sì le canticchio, conosco la melodia… Sì, anche perché a 15 anni prendi in mano la chitarra per la prima volta e diventi rossa se qualcuno ti guarda. Oppure fai la prima vacanza senza genitori con le tue amiche, in quel di Montemolino (che ci abitano in due), e diventi quella che se ne frega e ai giudizi degli altri non fai neanche una piega.
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Nel Capodanno del 1988 fuggi dopo la mezzanotte (modello Cenerentola) da un Camposcuola parrocchiale a Monteombraro; capiti in centro a Zocca, parcheggi e mentre stai andando al bar ad affogare le lacrime di un cuore infranto in una Moretti sgasata vedi scendere da una Mercedes una bionda e un Vasco fuori come un balcone.
Passava di lì e si è fermato a fare gli auguri, mica pizza e fichi.
Le schitarrate intorno a un fuoco, un mangianastri sgangherato, la radio…
Vasco c’è, c’è sempre. Così le canticchio, cioè… Le so tutte a memoria. Senza volere. Alcuni pezzi poi son belli eh. Ma, davvero, perché non ho mai comprato un suo CD? Ora non è nemmeno così facile comprare un CD, toccherà provvedere…
Non sarò al concerto, non lo vedrò dal maxischermo, non potrò nemmeno seguire la diretta in TV e in fondo un po’ mi dispiace. Eh, va beh
ET