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La favola di Re Gino, il gatto che ha cambiato un paese

C’era una volta un gatto color cipria di nome Gino che abitava in quel di San Giovanni in Persiceto, un comune della provincia di Bologna di circa 30.000 abitanti. Gino viveva con la sua mamma umana nel centro storico del paese, ma era uno spirito libero e non poteva rimanere chiuso tra le 4 mura di casa.
Gli piaceva gironzolare per le strade del centro. E fu così che cominciò a frequentare regolarmente il municipio, i negozi (dove capitava anche di passare tutta la notte), i bar, le panchine degli umarel. Il suo fare curioso e la sua simpatia conquistarono in poco tempo tutto il paese.

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La favola di Re Gino, il gatto che ha cambiato un paese

Entrava per primo al mattino negli uffici comunali dove amava in particolare sostare su una comoda poltrona nell’ufficio del sindaco e tutti si erano ormai convinti che in fondo il vero sindaco era proprio Gino; non mancava mai di presenziare con piglio altezzoso ad ogni consiglio comunale ed era sempre in prima fila!
Fu nominato assessore al benessere ambientale, ma era una carica riduttiva per lui e ben presto diventò il vero sovrano di San Giovanni in Persiceto da tutti conosciuto come Re Gino.

Uno dei suoi posti preferiti era la farmacia dove amava dormire in vetrina. Ci passava così tanto tempo che tutti andavano lì per salutarlo bussando alla vetrina, tanto che i farmacisti avevano dovuto apporre un avviso “Si prega di non disturbare il regale riposo di Re Gino“.
Essendo un Re molto democratico andava spesso a trovare anche gli altri negozianti.
Dalla fiorista trovava immancabilmente qualche croccantino e una calda cesta dove fare un altro sonnellino.
Capitava poi di vederlo controllare la piazza dall’alto di un tavolino del bar o prendere un po’ di sole sulle panchine del paese.
Andava spesso a trovare il macellaio, anche perché gli veniva servita una bella fettona di mortadella tagliata a pezzetti: se era intera il Sire non la mangiava proprio!
Già… era servito e riverito da tutti. Ma soprattutto era molto amato.

Aveva anche libero accesso in banca. Una volta, terminato l’orario di lavoro, rimase chiuso dentro e fece scattare l’allarme. Tutti pensarono ad una banda di ladri organizzati ma invece no, era il Sire!
Capitava sovente di trovarlo in edicola, sulla pila dei giornali, intento ad osservare chiunque passasse.
Era persino capace di entrare in un negozio di preziose ceramiche, arrampicarsi tra scaffali e statuette, senza rompere nulla.
Ma lui non era un micio qualunque, era Re Gino!

La domenica capitava di vederlo arrampicarsi sulle serrande dei negozi chiusi e constatare con un certo disappunto che quel giorno non c’era nessuno pronto a coccolarlo.
Una volta si è addormentato nell’abitacolo di un’auto e si è ritrovato in una frazione a qualche km di distanza.  Per fortuna ormai era diventato così famoso che tramite il suo gruppo facebook GINO FOR PRESIDENT (con oltre 10.000 iscritti), è stato riconosciuto e riconsegnato al suo amato paese.

Essendo un sovrano davvero magnanimo aveva molto a cuore il destino dei suoi simili e fu così che acconsentì a fare da modello per il calendario di Re Gino i cui introiti andavano (e vanno ancora) a favore dei pelosi bisognosi del gattile.
Non solo. La sua presenza era garanzia di qualità: ogni negozio visitato da Gino e considerato all’altezza di sua Altezza poteva esporre l’adesivo “Recommended by Gino”. Per i persicetani questa onorificenza valeva molto più di una buona segnalazione su tripadvisor.

TV e giornali sia locali che nazionali gli dedicarono articoli e servizi degni di un Re, perché Re Gino era un vero portento! Così il suo benefico influsso oltrepassò i confini del paese. Moltissimi seguivano le sue gesta eroiche anche da molto lontano. Aveva fans in Sicilia, Sardegna, Napoli, ma anche all’estero un po’ in tutti i continenti, persino a Singapore!

Con il suo fare discreto ma sempre presente aveva unito un paese intero, nel suo impero regnavano armonia e gioia.

Il suo spirito era talmente libero che anche di notte passeggiava spesso in giro per le strade del suo Regno.
A volte però la libertà si paga a caro prezzo.
Sabato 17 novembre il destino di Re Gino ha dovuto fare i conti con un’auto maledetta.
E’ stato raccolto e portato dalla sua mamma umana, nella casa dov’è cresciuto, ma per lui ormai non c’era più nulla da fare. La notizia si è diffusa in poche ore in tutta San Giovanni e non solo.

Tutto il mondo ha pianto e continua a piangere Re Gino.

E qui la favola di re Gino diventa leggendaria! La sua storia sta arrivando ovunque, post, articoli di giornale, servizi televisivi, messaggi, poesie. Tutti ne hanno parlato. Tutti ne parlano e tutti ne parleranno. La storia di Gino molto probabilmente diventerà un libro, un film, gli verrà dedicata una statua, una festa e chissà cos’altro…
Una leggenda, appunto.
Perchè è riuscito ad avvicinare persone completamente diverse tra loro per età, estrazione culturale, sociale, religione, residenza, persone che lo incontravano tutti i giorni e altre che non lo hanno nemmeno mai visto, tutte unite nel condividere l’amore che con la sua presenza fisica e virtuale regalava in ogni momento.

Re Gino è e rimane per sempre il Re, il Sindaco, l’amico, non solo degli abitanti di San Giovanni, ma di tutti coloro che dei gatti amano lo spirito libero e buono che risiede in loro. Di lui si continua a percepire senza sosta il bene che ha voluto e che gli hanno voluto e l’armonia che ha portato.
Perché la sua favola regna ancora più viva e non finirà mai.
Questo è il destino delle anime belle, sopravvivere alla morte e vibrare per sempre nell’anima e nel cuore di chi ha avuto la fortuna di sfiorare la loro vita.

Credits Pier Luigi Forte

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