Per chi non ha la fortuna di svegliarsi naturalmente, l’utilizzo di sveglie, orologi o App dello smartphone e irrinunciabile. Al giorno d’oggi puntare la sveglia è un’azione normale e scontata, quasi banale, ma non è sempre stato così.
C’è stato un tempo in cui sveglie e orologi non si trovavano in ogni casa, erano un bene di lusso costoso e poco affidabile. Chi aveva dovuto rinunciare alla vita contadina, fatta di ritmi scanditi dal sorgere e calare del sole, e si era trasferito in città per lavorare in fabbrica, aveva bisogno di un aiuto per svegliarsi all’ora giusta.
Così nell’Ottocento in Gran Bretagna nasce la professione dello svegliatore, il Knocker-up, colui che bussa in alto. A loro era affidato il compito di svegliare i lavoratori e per farlo utilizzavano delle canne di bambù con le quali bussavano alle finestre delle camere da letto. Il Knocker-up non permetteva solo agli operai di arrivare puntuali al lavoro, ai loro servizi ricorrevano spesso anche medici, impiegati, insegnanti e persone appartenenti a classi sociali più agiate. Erano numerosissimi e in città come Manchester, a fortissima vocazione produttiva, alle prime luci dell’alba un piccolo esercito di Knocker-up girava per le strade con il compito di svegliare i lavoratori. Spesso si occupavano di questa attività donne o persone anziane e accadeva a volte, sopratutto nelle città più piccole, che il Knocker-up fosse un poliziotto, che arrotondava la paga con il penny settimanale che ogni lavoratore gli corrispondeva.
Qualcuno appendeva alle finestre delle abitazioni un biglietto che indicava l’orario della sveglia; nella contea di Durham le case dei minatori avevano assi di ardesia incastonate nei muri esterni su cui i lavoratori scrivevano con il gesso i dettagli del turno per farsi svegliare al momento giusto. Anche per chi abitava a piano terra il Knocker-up utilizzava un bastone per rendere il rumore più fastidioso e quindi più efficace, in ogni caso l’incaricato alla sveglia aspettava un cenno di conferma prima di andare a bussare a un’altra finestra.
Il Knocker-upper entrò nell’immaginario collettivo inglese al pari dello spazzacamino, persino Charles Dickens incluse una breve descrizione di questo lavoro nel suo romanzo Grandi speranze. A Mary Smith invece è stato recentemente dedicato un libro illustrato in cui l’autore, Andrea U’Ren, racconta del singolare sistema di sveglia adottato dalla donna. Smith per svegliare i suoi clienti non usava il bambù, ma si serviva di una piccola cannuccia di gomma, utilizzata come cerbottana, per sparare piselli o fagioli secchi alla finestre dei clienti.
Tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta del secolo scorso questa professione cadde in disuso e Molly Moore, la figlia di Mary Smith, è considerata una delle ultime svegliatrici impiegate. Quella del Knocker-up è senza dubbio una delle professioni più curiose e affascinanti che si sono perse in un passato che sembra fin troppo remoto. Oggi, che non abbiamo bisogno dell’aiuto dei Koncker-up per svegliarci, ci resta solo una piccola curiosità: all’epoca, chi aiutava gli svegliatori a svegliarsi?