L’impaziente attesa che ci porta a guardare fuori per vedere se sta arrivando qualcuno.
Nella lingua degli inuit, il popolo che abita le terre artiche, iktsuarpok è l’attesa intrisa di impazienza, irrequietezza e affetto. Nasce dal loro scrutare l’orizzonte in attesa di vedere spuntare delle slitte. Il senso dell’attesa, che è stato descritto e raccontato da poeti e scrittori, per gli inuit è racchiuso all’interno di una parola precisa.
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È una sensazione che proviamo spesso anche noi (alla quale però non abbiamo mai dato un nome) quando aspettiamo qualcuno e ci pare di sentire il suono dei sui passi o il rumore della sua auto e controlliamo continuamente dalla finestra senza riuscire a sederci e a fare nient’altro che aspettare.
È esattamente ciò che descrive la volpe al Piccolo Principe.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore…”
(Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupery)
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