Lo chiamano Pupazzo di Neve, Frost o Snowman, ma questo omino ghiacciato da dove viene?
La sua storia nasce da molto lontano, Bob Eckstein ha addirittura scritto un libro su di lui. Il primo ritratto documentato risale al 1380, trovato in un antico Libro delle Ore e ora custodito in una biblioteca dell’Aia. Il Pupazzo appare poi in diverse stampe del Cinquecento, prima di essere celebrato da Andersen nel racconto in cui L’uomo di neve si innamora perdutamente di una stufa e finisce liquefatto da un vento caldo.
Quest’anno la Cineplex, società canadese che possiede una grande catena di sale cinematografiche, ha dedicato al Pupazzo di Neve un cortometraggio delicato e commovente. La piccola Lily, costruisce il suo pupazzo, gioca con lui e lo ripone in frigorifero per non farlo sciogliere durante i mesi caldi. Crescendo finirà per dimenticarsi di lui, almeno fino al giorno in cui sarà in grado di ritrovare il suo spirito di bambina. Lo stesso spirito che da piccoli ci faceva attendere la fine della nevicata per uscire a costruire il nostro pupazzo di neve: per naso una carota, due bottoni che facevano gli occhi e una sciarpa intorno al collo. E poco importava se veniva un po’ storto, se le sfere non erano proprio tonde, il nostro era il più bello di tutti.
Ecco il video Lily & the Snowman, per ritrovare, anche noi, il nostro spirito bambino.