Abbiamo raccontato ventiquattro Giochi Perduti, ce ne sono venuti in mente tanti altri, non ci stavano tutti nel nostro Calendario d’Avvento, ma in mezzo ai giochi sono affiorati anche piccoli ricordi di un tempo lontano, cose che c’erano e che faranno sorridere chi le ha vissute e chi non le conosceva.
Perché oltre ai giochi che facevamo c’erano le coroncine di margherite e le mani ghiacciate sotto i guanti di lana fradici; c’erano campanelli che suonavano per chiedere vieni giù a giocare? o citofoni che gracchiava dopo aver chiesto mi butti giù qualcosa, magari 500 lire per un gelato; c’erano i cortili coi tavolini e le sedie di cemento col muschio appiccicato sopra; c’erano le chiamate delle mamme dalla finestra per dire che era pronto o che era tardi; c’era un tubo di gomma dal quale bere acqua fresca; c’erano i girini nelle pozze d’acqua; c’erano i tasti rossi delle cabine telefoniche e la speranza di vedere scendere un gettone; c’era l’austerity con le strade senza auto piene di bambini in bici, sui pattini e sui carriolini coi cuscinetti; c’erano le litigate per piccole cose (ho degli altri amici con te non gioco più); c’erano le gare di canto e le olimpiadi del viale con tanto di medaglie di cartone; c’era il proibito gioco del dottore per sbirciare i corpi degli altri; c’erano le bancarelle per vendere i ciappini che non servivano più con le scatole di plastica dei cerotti per custodire le monetine guadagnate; c’erano le spille da balia con le perline infilate o i braccialetti fatti di perline e c’erano alberi su cui arrampicarsi.
C’erano tante cose e ne mancavano tante altre che ci sono ora.
Piccole cose belle che ci portano ad augurare a tutti voi che possiate, e possiamo, trovare in queste feste un po’ di quello spirito bambino che è sopito dentro di noi, quello che ci fa apprezzare le cose semplici, che ci fa esprimere un desiderio per una stella cadente o che ci fa riconoscere la nave di Peter Pan in un cumulo di nuvole.
Buon Natale e felice anno nuovo.