Il primo giorno d’inverno è arrivato e l’inizio della nuova stagione è sancito dal solstizio, dal sole fermo; solstitium è infatti una parola latina che indica una “fermata” del Sole, una apparente “pausa” nel cammino che la stella sembra compiere nella volta celeste. Quella di oggi sarà la notte più lunga dell’anno, durerà infatti 14 ore e 53 minuti mentre il sole farà capolino per appena 9 ore e 7 minuti, l’atteso solstizio d’inverno cade oggi, 21 dicembre, alle 17,28 e da domani inizia la rinascita del nuovo sole, l’astro capace di vincere le tenebre. Il solstizio d’inverno in realtà non è proprio un giorno ma il momento nel quale il Sole, nel suo moto apparente, raggiunge la posizione più a Sud dall’equatore celeste, da questo momento in poi il Sole comincerà a “risalire” verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel solstizio d’estate.
Per questo, sin dalla preistoria è stato attribuito al solstizio d’inverno il significato sacro del trionfo della luce sulle tenebre. Nel passato, quando la stagione invernale coincideva con un periodo di fame e alta mortalità, il momento astronomico che segnava la fine del buio e un graduale ritorno alla luce era una ricorrenza da festeggiare. Nella tradizione germanica e celtica, il solstizio d’inverno coincideva con la festa di Yule: si accendeva il fuoco, si macellavano gli animali e si banchettava sulle ultime riserve di carne disponibili (anche per evitare di dover sfamare gli animali nei duri mesi successivi). Sembra che proprio queste celebrazioni abbiano introdotto gli alberi sempreverdi come simbolo della vita che resiste all’inverno e alle avversità: una tradizione che è poi entrata di diritto nelle celebrazioni natalizie. Durante il solstizio d’inverno, quindi, il Sole pare precipitare nell’oscurità per poi tornare a mostrarsi vitale e invincibile già a partire dai giorni successivi. Ecco perché gli antichi romani celebravano, nei giorni attorno al solstizio invernale, la festa del Sol invictus, una celebrazione della rinascita che secondo alcuni rappresenterebbe l’origine pagana del Natale.
Noi vogliamo celebrare l’inizio dell’inverno e della rinascita con Let It Go, una canzone scritta per la colonna sonora del film d’animazione Disney Frozen – Il regno di ghiaccio. Vi proponiamo la versione da brividi (non per il freddo!) dei The Piano Guys che unisce al brano originale alcune parti del Concerto in Fa minore per archi L’inverno da Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi. Insieme alla stesura della musica pare che Vivaldi abbia composto anche i quattro sonetti che accompagnano i tre movimenti musicali di cui è composta.
Allegro non molto
Agghiacciato tremar tra nevi algenti
Al Severo Spirar d’orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel Soverchio gel batter i denti;
Largo
Passar al foco i dì quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento
Allegro
Caminar Sopra il ghiaccio, e a passo lento
Per timor di cader girsene intenti;
Gir forte Sdruzziolar, cader a terra
Di nuovo ir Sopra ‘l giaccio e correr forte
Sin ch’ il giaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Scirocco, Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest’ è ‘l verno, ma tal, che gioja apporte.