Il 17 luglio si celebra la giornata mondiale delle emoticons, il linguaggio universale capace di far parlare tra loro i popoli di tutto il mondo. Le prime emoticons della storia pare siano nate addirittura nel lontano 1648, nella poesia To Fortune di Robert Herrick, esponente della scuola dei Poeti cavalieri, appare infatti nella frase smoking yet – ancora sorridenti – un sorriso: due punti e la parentesi chiusa :). Potrebbe, naturalmente, essere un errore di battitura, ma potrebbe anche essere intenzionale – dopo tutto, il concetto di smiley è piuttosto semplice e potrebbe facilmente essere vecchio come la tipografia stessa. Però non in tutte le versioni tipografiche appare la faccina e la tesi più accreditata è che sia stata inserita da un editore moderno.
Che sia la prima vera emoticon della storia non ci è dato saperlo, quello che però sappiamo con certezza è negli anni ’80 del secolo scorso iniziano a diffondersi ed evolversi velocemente grazie all’informatica, diventando emoji (vere e proprie immagini, icone) negli anni ‘90 con la diffusione dei cellulari giapponesi e del famoso Smiley. Non più solo caratteri tipografici affiancati ma vere e proprie icone che esprimono le più diverse emozioni.
Nate per esprimere sensazioni e stati d’animo, oggi le emoji traducono in simboli tutti i diversi aspetti della nostra quotidianità. Hanno rivoluzionato il nostro modo di comunicare a tal punto che il prestigioso Oxford Dictionary ha eletto nel 2015 la faccina che piange dal ridere parola dell’anno. Una scelta che non sorprende affatto: se inizialmente, infatti, le emoticon accompagnavano ed integravano il significato di frasi ed enunciati, oggi, in molti casi, finiscono per sostituirle completamente. E, dati alla mano, le usiamo davvero tutti se è vero che ogni giorno ne vengono impiegate più di 700 milioni su Facebook e inviate oltre 900 milioni su Messenger.
Che dire, buon World Emoji Day a tutti! 🙂
Infografica per gentile concessione di emojimore.com