Ore 6.48 A.M: la sveglia è suonata da più di mezz’ora, e non ho nessuna intenzione di alzarmi.
Lorenzo mi ha appena dato il bacio del buongiorno portandomi Chicco che reclama la sua dose di coccole mattutine. Alzo il braccio destro per accoglierlo vicino – a sinistra c’è già Francis.
La piccola, quando dorme, ogni tanto ride: “chissà che sogni stai facendo, amore mio…” penso. In quello, neanche mi avesse letto nel pensiero, parte il suo “eheheheehe… eehheehhe…”.
Ride come Beavis & Butt-Head. La guardo pensierosa: qualsiasi cosa, figlia mia, ma non accoppiarti e non portarmi MAI a casa degli individui del genere spacciandoli per tuoi fidanzati.
Chicco mi riporta alla realtà, reclama il suo posto. Si mette seduto di fianco a me, mi alza di peso il braccio destro e si accovaccia lì sotto. Rumore di ferrovecchio fra la scapola e l’occipite… “mamma, ti muovi come una vecchietta”, bofonchia col viso affondato nel cuscino. Grazie, amore mio, il buongiorno si vede dal mattino.
Mentre sento che il mio piccolo mi sta annusando (“sai di buono, sai di mamma”) la sento arrivare.
Eccola, puntuale come il FrecciaRossa… l’immancabile cefalea a grappolo del lunedì. Si è silenziosamente insinuata fra le lenzuola, per piazzarsi dietro l’orecchio… nel punto esatto dove Francis mi sta sbausciando tiepidamente.
Mi irrigidisco – non pensarci, Dani, non pensarci – come quando durante il travaglio ti dicono di allontanare il dolore focalizzando il pensiero sul respiro, sull’acqua, sul vento imperturbabile che spazza la tundra.
Non pensarci, non pensarci.
Ma la mia rigidità contagia Francis. Anche lei si stiracchia. Si blocca con le braccia tese in alto, i piedini a punta. Trattiene il fiato, con un rumore gutturale, cui immediatamente si sostituisce un suono preistorico che proviene direttamente dal suo pannolino… Un tuono ancestrale, seguito da un sordo borbottio, come quando si fanno le bolle con la cannuccia nel bicchiere di coca cola.
Chicco apre un occhio, mi guarda storto: “mamma… ma sei stata tu?!?”
Io: “Ma cosa dici, amore!?!? Io non faccio queste porcherie…!”
Ricky (mi sussurra all’orecchio – quello non sbausciato): “Mammina, posso dirti un segreto? Secondo me… l’ha fatta la mia sorella…”
Io (annusando l’aria diventata irrespirabile): “Eh, amore, non è tanto un segreto… senti che roba… uuuhh…”
Ricky (mi scavalca per abbracciare forte Francis) “Che porzellona che sei, sorellina!”
Lei lo abbraccia a sua volta e ride. Ridono insieme. Si strofinano il naso, si scambiano i ciucci. Son così belli, penso fra me e me, tappandomi il naso.
Arriva Lorenzo: “Giù da letto, pigroni, la colazione è pront… ussignùr, cos’è questa puzza?”
Io: “Eh, indovina… violette!!! Le ha raccolte Francesca… ”
Lò tira su la tapparella. E in quello mi rendo conto che l’abbraccio fraterno che Ricky ha scambiato con Francesca, ha avuto sul di lei pannolino lo stesso effetto del ripieno di un bignè al cioccolato schiacciato fra i palmi delle mani.
Mi chiedo come sia possibile che una bimba tanto dolce e rosea possa contenere nelle sue viscere tanta cacca: la ciniglia rosa antico del pagliaccetto PetitBateau, regalo dello zio, tutto tempestato di strass e merletti, è diventata un’immonda spugna trasudante liquidi biologici marron glacé.
Mi guardo intorno. Velocemente la sollevo dalle lenzuola, ma è troppo tardi, il danno è fatto.
“Ma santa patata!!!” ululo “…quanta ne ha fatta?!?!? Ti sei liberata, porcella? Guarda, Lò…ha bagnato pure me… pure il letto… ommioddioooo… pure IL MATERASSO!!!!”
Almeno Ricky – non so come – non si è sporcato. E’ sceso di corsa dal letto e, fermo sulla porta della camera, guarda prima me, poi guarda la piccola: “Mamma, io te l’avevo detto che è una porzellona…”
Lorenzo è conciliante: “ma dai, cosa vuoi che sia… è solo un po’ di popò…”
Io: “No, questa non è popò… questa è roba corrosiva! E senti che puzza… ma che cavolo ha mangiato ieri sera?”
Ricky: “…ieri… mmmhhh… lo so io! Ieri abbiamo mangiato… il pesciolone… il truzzo!”
Lorenzo: “Merluzzo, Riccardo, MERLUZZO!”
Io: “…ed ecco spiegata l’immonda puzza da pesce… ma guarda, ma guarda il letto… avevo appena cambiato le lenzuola… e il materasso! Come faccio adesso col materasso?”
Ricky (prende la mano del papà)“Papino, io fossi in te non mi preoccuperei più di tanto… è sporco solo sul lato della mamma… da te è tutto pulito. Quasi quasi, domani le coccole me le fai tu, va bene?”
Lorenzo mi guarda e ride: “Dai, Chicca! E’ lunedì, cerchiamo di essere positivi… Ti ricordi la poesia:
se riesci a mantenere la calma mentre tutti intorno a te la stanno perdendo…”
Io. “Certo che la ricordo! E finisce così…
…probabilmente non hai capito qual è il problema!”
Ci stiamo ancora ribaltando dal ridere… un tuffo nel passaro ormai lontano (forse non abbiamo mai imparato a posizionare correttamente i pannolini… ricordo che si spalmava spesso su tutta la schiena delle creature)
…santi ricordi…Sara 4 mesi 3 di notte e cacca a spruzzo nel lettone mentre la cambiavo dopo la poppata!! Ahahha!! il materasso nonostante un lavaggio a fondo se lo ricorda ancora dopo 4 anni!!!….lei ritorna a dormire tranquilla e beata nella cesta e noi ci trasferiamo sul divano, notte insonne e lavatrice che va…..
Ricordi recentissimi ancora in atto … ahahah, io coprimaterassi (tipo cerate dovunque)… anche sul divano… 🙂
Santo water pannolino tolto del tutto un’anno fa….. Ma che ricordi orrendi….