Non erano re, ma probabilmente dei sacerdoti sapienti che sapevano leggere il cielo e quella che seguirono non era una cometa. La cometa infatti è un’invenzione di Giotto che, dopo aver assistito al passaggio della cometa di Halley nel 1301, ne rimane colpito al punto tale da dipingerla nell’affresco Adorazione dei Magi della Cappella degli Scrovegni.
Con ogni probabilità il fenomeno che guida i Magi a Betlemme è una congiunzione Giove-Saturno-Marte che ebbe luogo nel 7 a. C., i tre pianeti abbinati visibili ad oriente, come vuole il vangelo di Matteo, apparivano molto brillanti. E l’errore nel calcolo del calendario commesso nel VI secolo sembra avvalorare la tesi.
I tre pianeti rimasero apparentemente vicini nella zona di cielo della costellazione dei Pesci. Ora, questo evento era sì sotto gli occhi di tutti ma poteva avere qualche preciso significato solo per dei “Magi”, ovvero astronomi-astrologi in grado di prevedere e riconoscere i simboli del cielo e trarne presagi. Quello che videro dunque fu: Giove simbolo della “regalità” e della “divinità”, Saturno il simbolo della “giustizia”, la parte centrale della costellazione dei Pesci che era il simbolo di Israele e notarono che la congiunzione era inizialmente visibile ad Oriente, dove sorge il sole, la luce. Probabilmente il motivo che li fece partire fu infine l’interpretazione di quanto letto nel cielo “Un nuovo Re di giustizia sta nascendo in Israele”.
I RE MAGI
di Gabriele D’Annunzio
Una luce vermiglia
risplende nella pia
notte e si spande via
per miglia e miglia e miglia.
O nova meraviglia!
O fiore di Maria!
Passa la melodia
e la terra s’ingiglia.
Cantano tra il fischiare
del vento per le forre,
i biondi angeli in coro;
ed ecco Baldassarre
Gaspare e Melchiorre,
con mirra, incenso ed oro.
Adorazione dei Magi
Andrea Mantegna, 1497/1500
olio su tela
The Paul Getty Museum, Malibu