Hanno un che di familiare, di già visto, i testimonial della Birba. Sarà il bianco e nero che distoglie l’attenzione, come fosse uno schermo a dare quel tocco da copertina. Sarà lo sfondo bianco che li immortala protagonisti. Eppure c’è qualcosa che incuriosisce, che so, uno sguardo che va oltre l’obiettivo e arriva oltre la foto. O magari è solo il pupo che non sta mai fermo: vaglielo a spiegare che stavolta deve far finta di essere una pubblicità. Ma mica una pubblicità come le altre: stavolta gli tocca fare la parte del fotomodello, del cliente, del fornitore, del pupo e anche del manichino. Mica facile, d’altronde non s’è mai visto che un testimonial debba fare tutte queste cose. Ma se la cavano egregiamente, questi fotomodelli, variamente indaffarati coi loro occhi spalancati sul mondo, tra le braccia di mamma e papà. Anche loro, del resto, davvero giureresti di averli appena visti passare per strada. Insomma, pare ovvio che i nuovi fotomodelli della Birba non sono veri fotomodelli: né ci vuole un’agenzia pubblicitaria per capirlo (ma forse, a dirla tutta, non avevamo neanche intenzione di nascondervelo). Perché? Ma perché sono più belli, naturalmente! E soprattutto, perché se di Birba bisogna parlare, non c’è bisogno di tutto quel complicato incasellamento di clienti, fornitori, manichini e fotomodelli. Il protagonista è uno solo: il cliente. Cioè la famiglia, cioè un paio di adulti e un pupo. Quelli che comprano vestiti, giochi, articoli e attrezzature varie per bambini in crescita a velocità supersoniche, e i suddetti pupi che dopo qualche mese non entrano più nei vestiti e nelle attrezzature. Per non parlare dei giochi destinati allo scantinato dopo qualche mese di gloria.
E allora abbiamo deciso di inaugurare il nuovo sito con loro, i protagonisti del “sistema Birba”, belli immortalati che modo migliore per capire non c’è. Perché sono loro il primo anello della catena e cioè i fornitori del materiale: niente ditte o magazzini. Semplicemente, è un classico che quel bel paio di scarpette di marca che avete comprato perché più belline non si può, dopo qualche mese siano già da incorniciare, e così via. Più i pupi sono piccoli, meno durano i vestiti, i giochi, le culle. Per non parlare di regali mai scartati, articoli da cambiare e mai cambiati. E allora, anziché affollare interi garages di cimeli, basta dargli una sistemata e portarli alla Birba, farli valutare per poi venderli. E sono ancora loro, i nostri normalissimi fotomodelli, il secondo anello della catena e cioè i clienti. Protagonisti del meccanismo Birba e di una scelta ben precisa, quella di riutilizzare, far girare, non sprecare.
E adesso che vi abbiamo incuriosito (speriamo), vi diciamo anche che in questo nuovo sito la vera novità è lo shop online, che vi permetterà di fare un giro in negozio da casa e scegliere gli articoli, a proposito di risparmio e spreco. Per il resto, potrete dare un’occhiata al sito in generale, al funzionamento del “meccanismo Birba”, all’idea che sta alla base di quest’iniziativa. Ma anche ad ampliarla in prima persona, basta cliccare su “Scopri il franchising”.