La famiglia Birba

La nascita di Lady Cocca

By 28 Gennaio 2013 Gennaio 29th, 2016 3 Comments

Francis è una bambina con i riccioli biondi e gli occhi neri.

Quando ride ha le fossette sulle guance, quando è arrabbiata ha la fossetta sul mento.

Balla la salsa da quando ha acquisito la stazione eretta, più o meno nello stesso periodo in cui ha imparato ad aprire i cassetti della cucina per lanciare i mestoli contro il muro, indicando poi con gran faccia da tolla suo fratello maggiore come l’autore del misfatto.

Ha due giochi preferiti: il primo è coccolare Gino, il suo coniglio di peluche rosa. Il secondo è mettere in una carriola la bambolina che le abbiamo regalato a Natale, nascondersi nell’angolo più remoto della cameretta e strozzarla con le sue stesse mani.

Francis è mia figlia.

E’ una bimba curiosa, indipendente, emancipata.

E per quante me ne possa combinare, io le sarò in fondo eternamente riconoscente perché, la mattina in cui è nata, ha avuto la discrezione di annunciarsi con il dovuto anticipo.

Quel giorno, la piccola aveva lasciato a me e a Lorenzo il tempo di svegliare Riccardo con calma: avevamo fatto colazione, lo avevamo accompagnato all’asilo e, nel salutarlo con un bacio, gli avevamo detto che quel pomeriggio avrebbe abbracciato la sua sorellina.

E così è stato. 

 

Oggi Francis è cresciuta.

Sul fasciatoio, distesa di tre/quarti, ha l’aria di una piccola Paolina Bonaparte, con l’espressione soddisfatta di chi si è appena liberata da un peso insopportabile.

Il pannolozzo gigantesco appollaiato sul lavandino ne è la prova tangibile.

Sposto l’asciugamano, lei capisce e si mette seduta di fronte a me. Mi tocca il naso con una manina e articola un pensiero stupendo. Qualcosa di romantico, di profondo. Mi guarda, intimamente grata per chissà che cosa… è la sua voce, ed è solo per me: “Ah-guh-bu-llaahllahhh… mi-ss-aAaAa!”

“Cosa dici, amore mio dolcissimo…?”

Un ruttino da Oktoberfest interrompe l’idillio e mi riporta alla realtà. “BLURP! Uh-uh! Mamma… mi-ssa…pi-ssa-pi-ssa!”

Pissa? Beh, sì, una gran bella pipì, scricciola mia d’oro… meno male che ti ho cambiato il pannolino appena in tempo…

Uhm…!” si guarda il pannolino pulito. Tenta di aprirlo per guardarci dentro.

“Non sei convinta?” le chiedo, passandole il borotalco sulla schiena rosa.

“No-no-no… NO!” si imbroncia, facendo segno di diniego con la testa.

“E come mai?”

“Ooohhhh… Ca-cca?” chiede dubbiosa, inclinando la testa di lato.

“Ca-cca? E me lo chiedi pure? Sì, amore mio, cacca… hai fatto pure quella… un quintale di caccona…

“CACCA! CACCA!” ride, batte le manine.

“Eh, quanta bontà… cacconissima!” – sei una gran porcella – penso.

Lei sembra intuire il mio pensiero. Tira fuori la lingua, prende fiato…

“Prrrrr!”

“Ah ecco… pure le pernacchie, mi fai!”

“Mamma? Mmm… Maaa-mm-aaaaa!

“Dimmi, amore mio…!”

“Mamma… hu-hu… BAU!!!

La piccola insiste per alzarsi in piedi, agita il dito indice contro la finestra.

Le porgo le mani, lei si tira su con uno sforzo al limite del disumano, con quelle gambette ciccionissime e storte. Sospira soddisfatta della sua conquista bipede.

E’ lì, in piedi sul fasciatoio.

Ammiro le sue rotondità, i suoi riccioli biondi, il suo enorme ombelico.

Non riesco a capire a chi di noi due assomigli – a me o a Lorenzo? – e sospiro ammettendo che, in fondo, è proprio identica a mia suocera.

La piccola guarda fuori dalla finestra, ha visto qualcosa di estremamente interessante.

La vicina di casa, detta Nonna Pina, ha mollato le galline nel cortile: le vediamo scorrazzare fra l’erba alta, umida di pioggia. Una di loro improvvisamente apre le ali e, prendendo la rincorsa, piomba veloce nel mucchio. Volano piume bianche, è tutto un coccodè.

“Mamma! BAU BAU BAU!!!” esclama, piegandosi sulle ginocchia ad ogni bau.

“Eh? Cosa?”

BAUUUUUU!!!!ulula.

“Ma che bau? Non vedi che son galline?”

“Ahahahaahahah! BAUUUUUUUUU!!!!” ride, eccitatissima.

Entra Lorenzo.

“Allora, fanciulle, avete finito di incipriarvi il didietro?”

“Parla al singolare, papino… comunque sì, è pronta. Ciàpa qua!” (trad. “prendi qua”)

“Bella di papà! In braccio… Opplà!”

“Papà! BAU BAU BAU!” la piccola è fuori di sé dalla gioia.

“Ahahahah… che simpaticona che sei… fai il cagnolino? Allora bau anche a te!”

“Lascia perdere il cane, ha visto le galline…”

“Ah sì…? E le galline fanno bau?”

MA NO! Cos’hai capito… ha visto le galline e ha cominciato a far bau…”

“Ma Francis, le galline non fanno bau…” spiega pazientemente il babbo, mentre la piccola gli strappa meticolosamente i ciuffi di pelo che spuntano dalla camicia.

“BAU BAU BAUUUUUU!!!” ripete lei, ostinata, mangiando i peli.

“No, non bau… ehi, molla il pelo!

“No?”

“No… non bau… le galline fanno coccodè

“Hihihi… bau!”

“Ma no! Coccodè!

“Coooo…?” Francis alza un sopracciglio.

“Co-co-dè!” scandisce il babbo.

“Uhm… ca-cca?

Nooo, non cacca… COCCODE’!

“Eheehehehe, papà… papà bau… MAMMA COCCODE’!”

Ahahahah!” Lorenzo ride di gusto “Sai Francis che hai avuto un’idea fantastica… per carnevale, visto che Ricky si veste da Robin Hood, la mamma potrebbe vestirsi da…”

Li guardo di sbiego: “Lorenzo, non dirlo neanche per scherzo…”

“Ma dai… sai che originale? Robin Hood e Lady Cocca!”

Si guardano, papà e figlia: ridono insieme, complici e felici.

 

Quando Francis ride ha le fossette sulle guance.

E io adesso lo so…

Per quel sorriso potrei vestirmi tutta la vita, ogni giorno della mia vita, da Lady Cocca.

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  • Franca ha detto:

    Sì… però potresti anche far fare la ceretta a lorenzo così da non fare uscire la peluria dalla camicia… 😉

  • DaniCharlieBrown ha detto:

    Uomo peloso, uomo virtuoso. E poi, d’inverno, io son freddolosa… <3

  • Lorenzo ha detto:

    Ehi ehi…visto che si parla del mio pelo devo intervenire…la ceretta sul petto no eh…me l’hanno già fatta all’addio al celibato…esperienza da non ripetere…e poi d’inverno si sta così bene col maglione naturale… 🙂