Leggo della notizia di Luigi e Gabriella Deambrosis, i genitori giudicati troppo anziani cui è stata tolta definitivamente la figlia Viola dopo 7 anni di processi, appelli e cassazioni.
Non vorrei essere nei loro panni e non vorrei essere nemmeno nei panni dei genitori adottivi che, tra qualche anno, si troveranno ad affrontare una figlia adolescente sottratta con la forza ai genitori naturali. Le dovranno dire che no, non sono i suoi genitori; quelli veri sono stati assolti dall’infamante accusa di abbandono di minore, ma la giustizia ci ha messo troppi anni per dipanare la matassa, per lei ormai era meno traumatico restare con la famiglia adottiva e che in fondo i genitori biologici erano troppo vecchi. Davvero, non vorrei essere nei loro panni.
Vorrei invece essere il dirimpettaio del vicino/a di casa che il 28 giugno del 2010 ha deciso di chiamare gli assistenti sociali denunciando un caso di abbandono di minore; la piccola era rimasta 7 minuti sul seggiolino dell’auto nel cortile di casa mentre il padre le scaldava il biberon. Ecco, vorrei essere lì, tutti i giorni, per analizzare la vita di questi esseri e giudicare tutte le loro azioni, una per una. Non sapremo mai chi sono. La legge tutela i delatori. Non importa se il loro giudizio avventato e moralista ha causato un disastro umano e giudiziario. Non importa. Loro possono spostare le tendine, osservare cosa fanno i vicini, decidere che qualcosa non va e denunciare. Non gli accadrà nulla, anche se le accuse verranno definite infondate. Così, passerei al microscopio ogni loro azione quotidiana, dalla raccolta dei rifiuti al contenuto del frigorifero. Annoterei ogni anomalia solo per il gusto di rinfacciargliela. Ogni giorno, tutti i giorni. Sarei lo sgocciolio del rubinetto che scandisce il peso della loro inettitudine. Ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo. Perché è così che quella bimba manca ai suoi genitori, ogni giorno, ogni minuto, ogni secondo.