L’usanza di scambiarsi uova (di gallina) ha origini molto lontane. Per gli antichi l’uovo, che racchiudeva la vita al suo interno, aveva un grande significato simbolico. Pare che i Persiani durante le celebrazioni della primavera avessero l’abitudine di scambiarsi delle uova in segno di rinascita. Per gli Egizi l’uovo era invece l’origine di tutto e il fulcro dei quattro elementi; aria, acqua, terra e fuoco. Nell’antichità quindi l’uovo rappresentava la continua rinascita del ciclo della vita, diversi scavi archeologici infatti hanno portato alla luce uova di vari materiali sepolte nelle tombe insieme ai corredi funerari.
Come sempre accade le antiche tradizioni vengono reinterpretate dal Cristianesimo e l’uovo diventa simbolo di resurrezione. Così ne Medioevo si diffonde la consuetudine pasquale di regalare uova bollite, avvolte in foglie e fiori in modo che si colorassero naturalmente.
La nascita dell’uovo di cioccolato si deve con ogni probabilità al re Sole che all’inizio del Settecento fece realizzare un uovo di crema di cacao al suo chocolatier di corte. Le prime uova di cioccolato, però, pare non fossero vuote, ma ripiene di creme al cacao; l’uovo vuoto, capace di contenere una sorpresa, potrebbe essere nato in concomitanza con i preziosissimi esemplari di Fabergé. L’orafo di corte Peter Carl Fabergé, durante la seconda metà dell’Ottocento, venne incaricato dallo zar Alessandro III di preparare per la zarina delle meravigliose uova decorate. Il primo uovo che realizzò era in platino smaltato di bianco e al suo interno conteneva un altro uovo, questa volta in oro, il quale conteneva altri due doni: una riproduzione della corona imperiale e un pulcino d’orato.
La produzione industriale delle uova di cioccolato si afferma nel corso del ‘900 e grazie al lavoro dei cioccolatai francesi, svizzeri e piemontesi l’uovo di Pasqua giunge ai giorni nostri.
Buona Pasqua!